Dal 1992 è in corso il cosiddetto risanamento delle finanze pubbliche italiane. Dal famoso Maastricht in avanti. I risultati sono sotto giochi di tutti.
Non ha mai funzionato, la ricetta europea ha prodotto un debito pubblico crescente a causa degli interessi sui prestiti chiesti ai mercati e non certamente per via della spesa sociale che quella è stata via via assottigliata.
Lo scopo di questa operazione è quella di mantenere il l’Euro forte, ma non per noi bensì per la Germania. In parole povere il nostro Paese, l’Italia, si è nettamente impoverito e deindustrializzato. Il lavoro è diventato sempre di più precario mentre le economie più forti in Europa sono sempre più floride, le altre sempre più povere.
E’ evidente che qualcosa non torna.
E’ evidente che qualcosa va cambiata, in Europa. L’europeismo senza dubbio ha portato molte migliorie, ma anche tanti disastri. I 5 milioni di poveri in Italia sono un record mai toccato dal dopo guerra.
Gli stipendi da fame dei dipendenti pubblici sono fermi ancora al 2006, mai rivalutati da nessuno, il precedente governo li ha rinnovati con appena 40 Euro e l’attuale non potrà fare di più perchè l’Europa non lo permette.
Tornando a quel 1992, sono passati 26 anni ed è stato un continuo taglio. Prelievi fiscali, salari da fame e precarizzazione sono il lite motiv che ha caratterizzato quegli anni, forse è arrivato il momento di applicare una nuova ricetta?