In Italia, gli ultimi dati ISTAT rivelano un preoccupante peggioramento delle condizioni socioeconomiche

Con oltre 13,5 milioni di cittadini a rischio povertà o esclusione sociale nel 2024. Questo trend ascendente (+0,3% rispetto al 2023) si inserisce in un quadro di stagnazione economica e scelte politiche controverse che meritano un’analisi critica approfondita.

Dinamiche strutturali della povertà

  • Povertà assoluta: 5,75 milioni di italiani (9,8% della popolazione) non riescono a coprire i bisogni primari nel 2023, con un incremento costante dal 2021. I minorenni rappresentano la fascia più colpita (14%), triplicando l’incidenza rispetto agli over 65.
  • Disparità territoriali: Il Sud registra il 44,2% dei poveri assoluti, ma il Nord-Est mostra il calo più marcato del reddito reale (-4,6% nel 2023).
  • Effetto inflazione: Nonostante un +4,2% del reddito nominale, il potere d’acquisto è crollato dell’1,6% nel 2023 per il secondo anno consecutivo, con un’inflazione al 5,9%.

L’impatto delle riforme governative

La sostituzione del Reddito di Cittadinanza con gli “assegni di inclusione” nel 2023 ha radicalmente modificato il welfare:

  • Tagli agli ammortizzatori sociali: La spesa è passata da 8 a 5,4 miliardi annui, eliminando il sostegno per 650.000 nuclei familiari.
  • Nuovi criteri di accesso:
    • €500/mese per famiglie con minori/disabili (30 mesi massimo)
    • €350/mese per disoccupati 18-59 anni (12 mesi condizionati a formazione)
  • Logica selettiva: 1,4 milioni di lavoratori poveri (12% del totale) sono esclusi dai nuovi sussidi.

Criticità strutturali e paradossi

  1. Fallimento dell’approccio workfare: Il tasso di occupazione è rimasto stagnante nonostante le politiche attive, con il Mezzogiorno fermo al 15% di disoccupazione.
  2. Effetto generazionale: Il 62% dei nuovi poveri assoluti ha meno di 34 anni, mentre il 72% degli esclusi dagli assegni rientra nella fascia 18-35 anni.
  3. Spreco di risorse: L’INPS stima che il 48% dei fondi tagliati dal Reddito di Cittadinanza sia stato riallocato in sgravi fiscali per le imprese senza meccanismi di condizionalità.

Tabella comparativa politiche anti-povertà

Parametro Reddito Cittadinanza (2019-2022) Assegni Inclusione (2024)
Copertura popolazione 2,7 milioni di nuclei 1,3 milioni di nuclei
Durata massima 18 mesi rinnovabili 12-30 mesi non rinnovabili
Importo medio mensile €550 €425
Tasso reinserimento 11% (2022) 9% (2024 provvisorio)

Implicazioni socioeconomiche

La scelta di privilegiare una visione moralistica (“povertà come colpa individuale”) rispetto a un approccio strutturale ha prodotto effetti paradossali:

  • Aumento working poor: 340.000 nuovi lavoratori in povertà assoluta nel 2024 nonostante la crescita del PIL.
  • Crisi dei servizi sociali: 68 comuni su 100 hanno ridotto i programmi di assistenza alimentare per carenza di fondi statali.
  • Rischio disuguaglianza: Il coefficiente di Gini è passato da 0,325 (2022) a 0,341 (2024), il massimo dal 2000.

Questi dati fotografano una deriva pericolosa: la riduzione del welfare state non ha prodotto gli effetti promessi sul mercato del lavoro, ma ha ampliato il divario sociale. Serve un cambio di paradigma che riconosca la povertà come problema sistemico, non come fallimento individuale, investendo in politiche redistributive e in un nuovo patto intergenerazionale.

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